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    DJERBA

    Atterrati all'aeroporto di Djerba siamo stati trasportati in hotel. Sull'isola abbiamo passato la prima notte, metà del secondo giorno e l’ultimo, alla fine del tour.

    Djerba è un’isola quadrangolare e piatta, vi si trovano palmeti ed ulivi e le abitazioni sono costituite da case coloniche: bianche e basse.
    Ha una superficie di 514 Kmq e geologicamente, se l’innalzamento del mare non l’avesse separata dal continente facendola diventare la più grande isola del nord Africa, farebbe parte della terra ferma, alla quale è collegata tramite un "ponte romano.

    Secondo la leggenda, Djerba  era l’Isola dei Lotofagi, abitata dalla Dea Calipso, sulla quale Omero fece approdare Ulisse dopo la Guerra di Troia.
    Nella realtà fu un ricco centro commerciale tra il continente africano ed il Mediterraneo.

    La capitale è Houmt Souk: unica città dell’isola e centro dell’artigianato locale.

    Quisi possono trovare ottimi tappeti e splendidi oggetti in ceramica ed in cuoio, ma ad ogni angolo si corre il rischio di inciampare in qualche truffa.

    In una fabbrica di tappeti, ad esempio, sembra che durante una trattativa, l’oggetto in questione, all’oscuro dei possibili acquirenti che se ne sono accorti in un secondo tempo rinunciando all'acquisto, sia stato sostituito. Tutto qui, inoltre, è più caro che sul continente.

    Fabbrica di Tappeti

     

    Al contrario delle persone incontrate sul continente, tutte gentili e discrete, i Djerbini (che pare siano i tunisini più ricchi) mi sono sembrati molto poco simpatici: sempre pronti ad etichettare gli italiani come “mafiosi”, sono troppo truffaldini e pronti  ad allungare le mani sulle turiste, toccando ed abbracciando con troppa facilità le ragazze che entrano nelle loro botteghe, mentre le loro donne sono quasi impossibili da osservare.


    A chi voglia vedere la vera Tunisia sconsiglio vivamente di fermarsi a Djerba.

     

    IL NOSTRO TOUR A DJERBA

    A Djerba, nella mattina del secondo giorno, abbiamo visitato “LA GRIBA” (La Meravigliosa), la Sinagoga  Ebraica che sorge nel villaggio ebraico di Hara Seghira (che significa “Piccolo Ghetto”).

    Vi si accede scalzi e col capo e le spalle coperte (consiglio un paio di calze ed un foulard per le donne), all’interno si conservano forse i più antichi rotoli della Torah e vi si trova un Rabbino molto severo che non vi permetterà di entrare nella sala della preghiera se non lascerete una offerta “libera”. A fianco della Sinagoga sorge un Caravanserraglio.

    Più tardi, prima di pranzo, abbiamo preso il battello e con le Jeep del Tour siamo finalmente passati sul continente.

    Al ritorno vi abbiamo passato un giorno, alcuni di noi sono andati al mare, dove hanno trovato le solite alghe …

    Fabbrica di ceramiche

     

    IL VILLAGGIO BERBERO DI TOUJENE

    Prima tappa sul continente...

    In questo villaggio berbero, scavato nella roccia delle montagne Dhar, abbiamo finalmente consumato il nostro pranzo.

    Le case del villaggio, perfettamente mimetizzate con la montagna, offrirono un rifugio sicuro ai Berberi che, fuggendo dalle invasioni, si rifugiarono sulle montagne e nel deserto.

    Il Villaggio Berbero di Toujene

     

    MATMATA E L'ABITAZIONE TROGLODITA

    Il tour prevedeva la visita ad una caratteristica abitazione troglodita.

     

    Nella regione dei monti Matmata, infatti, si trovano alcuni villaggi trogloditi. I berberi, rifugiatisi sulle montagne per sfuggire alle invasioni, furono costretti a costruirsi nuove abitazioni scavandole nella roccia.
    Le abitazioni sorgono attorno ad un cortile di circa 15 m di diametro e 10 m di profondità. Attorno al cortile, su più livelli, sono scavate camere da letto e cucine.

    Tutto è costituito d’argilla, che garantisce così anche un certo isolamento termico.

    Pernottamento e cena a Kebili.

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