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    HOME CUBA

     

    Fu nel corso del suo primo viaggio alla scoperta dell'America che Cristoforo Colombo, il 27 ottobre del 1492, dopo aver toccato San Salvador, sbarcò per la prima volta su Cuba.

    All'isola venne dato il nome di Juana, in onore del figlio del re di Spagna, ma gli indigeni continuarono a chiamarla Cuba.

    L'isola era abitata da tre etnie amerinde che vennero sterminate in pochi anni dagli Spagnoli: i Guanajatebey, raccoglitori, i Siboney, cacciatori e pescatori ed i Taìno, agricoltori e cacciatori.

    Tra il 1510 ed il 1514, infatti, Diego Velazquez de Cuellar, incaricato del figlio di Colombo, diede inizio allo sfruttamento dell'isola riducendo in schiavitù i nativi che, per la loro scarsa resistenza fisica, morirono rapidamente sotto il peso del duro lavoro.

    Intorno al 1512 Velazquez cominciò a fondare le prime città: Baracoa, prima capitale dell'isola, San Salvador, attuale Bayamo, San Cristobàl (L'Avana), Santisima Trinidad, oggi Trinidad, Sancti Spiritus, Santiago de cuba e Santa Maria del Puerto del Principe, oggi Camagüey.

    Decimata la popolazione indigena gli Spagnoli avviarono la tratta degli schiavi africani, ma insoddisfatti dalla scarsità di oro presente, decisero di usare l'isola come base di appoggio per la conquista di nuove terre americane e come scalo per le navi dirette in Spagna.

    Già verso la metà del 1500 la popolazione dell'isola si era drasticamente ridotta grazie alla scomparsa degli indigeni, decimati dal lavoro e dalle malattie, e all'esodo di molti Spagnoli fuggiti verso terre più ricche.

    Diego Velazquez passò alla storia come un uomo crudele e sanguinario. La prima casa costruita nell'isola di Cuba fu la sua, a Santiago de Cuba.

    I PIRATI

    Nonostante la sua scarsa importanza economica, vista la scarsità dell'oro, l'isola non perdette mai d'importanza: la sua posizione era fondamentale per il sistema difensivo delle colonie spagnole in America contro le mire espansionistiche di Francia, Inghilterra ed Olanda.

    L'Avana, principale scalo delle navi che trasportavano i tesori del nuovo mondo verso la Sapgna, divenne ben presto un bottino ambito dai pirati che spesso la mettevano a ferro e fuoco già dalla seconda metà del 1500.

    Nel tentativo di sottrarre alla Spagna le sue colonie, Francia, Inghilterra ed Olanda si servirono infatti della “guerra di corsa”, sovvenzionando i corsari per attaccare le navi loro nemiche.

    Solo nel 1967 il trattato di Ryswyk, stipulato tra Spagna, Francia ed Inghilterra, pose fine alla “guerra di corsa” nel Mar delle Antille.

    LA PARENTESI INGLESE

    Nel 1600 e nella prima parte del 1700 la popolazione di Cuba ricominciò a crescere per l'arrivo sia di nuovi Spagnoli che di schiavi africani, ma l'isola rimase per lungo tempo una colonia marginale.

    Nel 1762 L'Avana fu conquistata e controllata per un anno dagli Inglesi. Aboliti i vincoli economici della Spagna, Cuba cominciò a commerciare con le colonie inglesi del Nord America e s'intensificò la tratta degli schiavi impiegati nelle piantagioni della canna da zucchero.

    Nel 1763, in seguito al trattato di Parigi, L'Avana ritornò agli Spagnoli in cambio della Florida.

    NASCITA DELL'IDENTITA' NAZIONALE

    Verso la fine del 1700 nacque un movimento culturale volto ad affermare un'identità nazionale che sempre più andava delineandosi. Tra i promotori troviamo Josè Maria de Heredia, Félix Varela e Cirilo Villaverde.

    All'inizio del 1800 la Sapgna concesse qualche libertà, ma tornò subito sui suoi passi conferendo poteri dittatoriali ai governatori. Seguirono anni di lotte represse nel sangue, ma la nuova borghesia creola era ormai decisa a staccarsi dalla Sapgna.

    LA GUERRA DEI DIECI ANNI

    Il 10 ottobre del 1868 il proprietario terriero Carlos Manuel de Céspedes chiamò il popolo all'insurrezione contro la Spagna. Conquistò Bayamo e creò un governo rivoluzionario che lo elesse Presidente della Repubblica. Per la prima volta in quell'occasione si contò l'inno nazionale cubano.

    La Spagna reagì duramente e dopo qualche anno di lotte interne, durante i quali fu anche emanata la prima costituzione cubana, la guerra, chiamata “Guerra dei Dieci Anni”, si concluse nel 1878 con il patto di Zanjòn che segnò la resa dei ribelli. Alcuni rivoluzionari, tra cui il generale Antonio Maceo, rifiutarono la resa e furono costretti all'esilio.

    Segui una guerra lampo, chiamata “ Guerra Chica ”, che ebbe come risultato l'abolizione definitiva della schiavitù. Ultima colonia americana ad abbandonare lo schiavismo.

    LA RIPRESA DELLE OSTILITA ' E LA FINE DELLA GUERRA

    Il cubano Josè Martì, in esilio negli Stati Uniti, nel 1892 fondò il Partido Revolucionario Cubano. La guerra riprese il 24 febbraio del 1895.

    Martì, ideatore ed ispiratore delle lotte di indipendenza cubane, oltre che grande poeta e scrittore, prese parte alle battaglie e caddè il 19 maggio del 1895 lasciando come protagonisti delle successive lotte il dominicano Maximo Gomez ed il generale Antonio Maceo, figure che si erano già distinte nella Guerra dei Dieci Anni.

    Il 15 febbraio del 1898, quando la vittoria era ormai praticamente in mano ai cubani, un incrociatore statunitense, inviato nella baia dell'Avana con il compito ufficiale di tutelare gli i cittadini e le proprietà statunitensi a Cuba, esplose misteriosamente. Accusata la Spagna gli Stati Uniti intervennero nel conflitto ponendo fine alla guerra il 3 luglio del 1898.

    Il 10 dicembre 1898 il trattato di pace di Parigi, a cui presero parte Spagna e Stati Uniti, escludendo Cuba, sancì la fine del dominio coloniale spagnolo ed il 1 gennaio del 1899 la Spagna consegnò le chiavi dell'Avana agli Stati Uniti.

    Al dominio spagnolo subentrava la supervisione statunitense.

    LA SUPERVISIONE STATUNITENSE

    Nel 1901 l'assemblea costituente approvò la prima costituzione cubana e Tomas Estrada Palma fu eletto presidente. Tuttavia i delegati furono COSTRETTI ad introdurre nella legislazione l'emendamento Platt.

    Ufficialmente finalizzato a tutelare la pace nell'isola, l'emendamento sanciva il diritto statunitense di intervento a Cuba, di supervisione sugli accordi commerciali cubani con altre nazioni e l'USOFRUTTO di parte del territorio dell'isola per costruire basi navali. La più famosa di queste è quella di Guantanamo, che avrebbero posseduto per almeno 99 anni e, comunque, fino a quando entrambe le parti non avessero voluto porre fine all'accordo. Per questo gli Stati Uniti dovevano pagare una somma al governo cubano che, una volta salito al potere, Fidel Castro smise di accettare chiedendo la restituzione dei territori.

    Ogni anno gli Stati Uniti inviano 2000 dollari al governo cubano, cifra che regolarmente viene restituita al mittente ormai dal 1959.

    Negli anni seguenti, con la scusa di tutelare i cittadini e gli investimenti americani, gli Stati Uniti inviarono a Cuba, a più riprese, i Marines.

    Nei primi 25 anni della Repubblica si succedettero presidenti fantoccio, guidati dagli Stati Uniti, che portarono ben pochi benefici all'isola.

    Il secondo presidente, Josè Miguel Gomez, anche se chiamato “ Tiburòn ” (pescecane), ebbe comunque il merito di introdurre la scuola gratuita, la libertà di espressione e associazione, la separazione tra stato e chiesa e la legge sul divorzio.

    L'indipendenza, però, non aveva portato alcun giovamento alla popolazione, che non tardò a far sentire le proteste.

    Si formarono così le prime organizzazioni operaie e studentesche e nel 1925 fu fondato il Partito Comunista Cubano.

    Nello stesso anno salì al potere, dando inizio ad una lunga tirannia, il presidente Gerardo Machado che, alterata la costituzione per rinnovare il suo mandato, governò con il pugno di ferro fino al 1933.

    Dopo Machado, nel 1934, si alternarono al potere diversi presidenti, tutti guidati dal sergente Fulgencio Batista, a usa volta presidente dal 1940 al 1944, sempre appoggiato dagli Stati Uniti.

    Tuttavia, in questi anni, si riuscirono a raggiungere alcune importanti conquiste sociali: la soppressione dell'emendamento Platt, il voto alle donne e le otto ore lavorative.

    LA DITTATURA DI BATISTA

    Il 10 marzo del 1952 Batista realizza un colpo di stato. Il golpe fu accolto da manifestazioni di protesta che vennero represse nel sangue. Ottenuto l'appoggio degli Stati Uniti il governo di Batista si trasformò in una vera e propria dittatura, spregiudicata e violenta. Mentre una stretta cerchia di privilegiati si arricchiva la maggior parte della popolazione era sempre più povera, e Cuba divenne “ L'isola del Piacere ”, meta ambita da mafiosi e stelle del cinema, turisti e uomini d'affari.

    Cuba divenne così la patria del gioco d'azzardo, della prostituzione e della droga, impero della malavita statunitense, che gestiva casinò ed alberghi di lusso, riciclando denaro sporco.

    LA RIVOLUZIONE CUBANA

    Fidel Alejandro Castro Ruz, giovane avvocato e dirigente studentesco ai margini del Partito Ortodosso, denunciò inutilmente l'illegittimità del nuovo governo alla magistratura.

    Fallita la via pacifica, il 26 luglio del 1953, tentò di assaltare la Caserma Moncada di Santiago di Cuba, al fine di procurarsi le armi per iniziare la lotta, ma venne arrestato.

    Due anni dopo, grazie ad un'amnistia concessa dal Presidente Batista per ottenere consenso popolare, venne rilasciato ed esiliato in Messico dove cominciò ad organizzare le forze rivoluzionarie e dove incontrò il giovane medico argentino Ernesto Guevara.

    Il 2 dicembre del 1956 Castro e Guevara, insieme ad altri 81 rivoluzionari, partirono dal Messico alla volta di Cuba a bordo dello Yacht Granma .

    Grazie al maltempo e ad un ritardo di due giorni persero l'effetto sorpresa e furono nuovamente sconfitti dall'esercito di Batista. Solo pochi sopravvissuti riuscirono a fuggire sulle montagne della Sierra Maestra, dove diedero inizio alla guerra di guerriglia, la quale, grazie all'appoggio popolare dei contadini, trionfò sull'esercito del dittatore. La vittoria venne consacrata il 1 gennaio del 1959 con la conquista di Santa Clara da parte del Comandante Che Guevara e la fuga del dittatore Batista.

    Principali obiettivi del nuovo governo furono la compagna di alfabetizzazione del 1961 e la riforma agraria che pose fine al latifondismo straniero.

    L'EMBARGO E LA BAIA DEI PORCI

    Il 17 aprile del 1961 un gruppo di esuli cubani e di mercenari addestrati dalla CIA sbarcò a Playa Giròn, nella Baia dei Porci, per invadere l'isola. L'attacco, grazie anche all'appoggio della popolazione civile, contrariamente alle aspettative degli Satai Uniti, venne prontamente respinto. Otto giorni dopo il Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, decretò il blocco economico (embargo) contro Cuba.

    Castro allora si avvicinò sempre più ai paesi dell'Est europeo e all'Unione Sovietica. Un anno dopo, quando gli Stati Uniti scoprirono postazioni per missili nucleari sovietici in territorio cubano, decretarono il blocco navale militare intorno all'isola, intimando l'immediato smantellamento delle basi missilistiche.

    Al culmine della tensione, quando ormai si stava rischiando la guerra nucleare, il premier russo Nikita Krusciov ordinò il ritiro dei missili.

    IL PERIODO ESPECIAL

    La Russia fu per molto tempo l'unica nazione del mondo ad appoggiare e sostenere il Governo cubano, ma il crollo del muro di Berlino dell'89 ed il conseguente sfaldamento dell'Europa dell'Est privarono Cuba di referenti economici. L'interruzione degli aiuti fu un colpo durissimo per l'economia cubana che il governo fronteggiò imponendo un programma di austerità economica. Nel 1990 inizò così il Periodo Especial. Per sopravvivere Cuba dovette aprirsi al mondo ed al turismo.

     

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